I Domenica di Quaresima – Spunti per la riflessione

I Domenica di Quaresima – Spunti per la riflessione

Vangelo di Marco 1, 12-25

“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”

VERBO: Salpare
SIMBOLO: Ancora

Speranza è… USCIRE

Sostiamo sul Vangelo con don Claudio Girardi

SOLO L’AMORE HA IL POTERE DI CAMBIARE

Quante Quaresime hai iniziato nella tua vita? Quali frutti hanno dato? Quanti propositi hai fatto? E a quanti di essi sei stato fedele? Basta fare propositi! Che hanno la tendenza di farci sentire. Così bravi mentre li facciamo e così piccoli e brutti quando (e questo accade abbastanza sistematicamente!) li disattendiamo.

Inizia a cogliere tutte le occasioni. Non rimandare il piccolo bene che puoi fare adesso per quello grande che vorresti fare dopo e che non farai mai.

Che cosa ha il potere di cambiare (convertire) realmente la nostra vita?

Il dolore, certamente la cambia, non necessariamente in meglio, però.

Direi: solo l’amore ha il potere di cambiare la nostra vita. Allora, con l’amore, anche il dolore serve a qualcosa. L’amore accolto, prima ancora che l’amore donato. Che meraviglia restare lì, con l’unica occupazione di essere amati. Restare lì a sentirmi dire: “Tu sei l’Amato”. Con l’unico pensiero che l’amore mi possa amare. Tutto il resto verrà di conseguenza.

E non mi ama perché ne sono degno. Non mi ama perché sono bravo. Non mi ama nemmeno perché faccio schifo. Mi ama perché sono così come sono. Mi ama perché sono così bello, così ricco, così povero, così forte, così fragile. Certamente mi ama perché senza quell’amore immeritato e immotivato io non ci sarei.

Non sarei così simile al Figlio di Dio ad immagine del quale sono stato fatto.

Serviamoci di questa Quaresima per recuperare questa certezza di fede: che, quando il Padre ci guarda, vede in noi il volto di suo Figlio. E che si compiace con se stesso per averci fatti così bene, così simili a Lui, al Figlio. E che vale la pena di togliere dalla nostra vita tutto ciò che la distorce, che la fa brutta, che la fa dissimile da quella di Gesù. E, forse, questo amore che ci raggiunge è la verità di fede più difficile da credere.

Quando cominci a fidarti di questo amore forse inizierai a fidarti del fatto che Dio è Uno e Trino. Che perdona. Che si dona tutto a te nell’Eucarestia.

Il Vangelo di questa prima domenica di Quaresima ci lascia una sensazione di digiuno, tanto scarno, tanto vuoto, tanto deserto. Tre versetti di tutto. Gli altri Vangeli che ci parlano delle tentazioni di Gesù ci danno almeno il brivido di un volo sulla cima del pinnacolo del Tempio, il brivido di una situazione talmente straordinaria che poteva accadere solo a Lui.

Che tutto sommato a noi non interessa. Facciamo un segno della croce, una genuflessione, se siamo pii, o un sorrisetto sotto i baffi. Ma cos’è? È una cosa così semplice che potrebbe centrare con tutti noi, potrebbe avere a che fare con la vita di tutti i lottatori della fede. Persino con me e con te.

Il Vangelo, poi, ci suggerisce che può esistere un tempo di prova nel quale è lo Spirito del Signore a sospingerci. Non è lo spirito del male che porta Gesù nel deserto. È lo Spirito del Padre suo, lo Spirito suo, che lo porta nel tempo della prova. E quella prova che Gesù affronta vittorioso in questo brano è la stessa che affronterà vittorioso sulla croce, quando Lui, il Figlio, griderà al suo Padre: “perché mi hai abbandonato”?  E in quel grido, potente della potenza creatrice dello Spirito Santo, risuonano tutte le grida, tutti i “Perché mi hai abbandonato”, da quello del giusto Abele, ammazzato da suo fratello Caino, a quello dell’ultimo bambino che nascerà sulla faccia della terra.

Gesù stava con le bestie e gli angeli lo servivano. In Lui, nella sua esperienza umana, si compie una ricapitolazione del creato. Lui stava lì in mezzo e gli estremi in Lui si toccavano, belve e angeli.

Perché Lui è il figlio di Dio e tutto è stato fatto in Lui. Tutto ci è stato dato in Lui.

(Con gli occhi fissi su Gesù – pp. 369-371)

Con una sola voce…

CORAGGIO SONO IO

Preghiamo con don Tonino Bello

TRA DILUVIO E ARCOBALENO

Siamo un po’ come Noè sull’arca, come quando c’è stato il diluvio universale. Anche noi siamo su una zattera che ondeggia sotto gli urti della storia. E anche noi come Noè, ogni tanto usciamo sulla tolda per misurare con lo scandaglio la profondità delle acque: a che punto saranno arrivate?

Però anche noi, come Noè, leviamo lo sguardo verso il cielo per vedere se, da qualche parte, compare la calotta dell’arcobaleno. Ecco: tra diluvio e arcobaleno.

Attenzione però amici miei dovremo essere i cantori dell’arcobaleno, coloro che scrutano l’arrivo della colomba mandata da Noè.

Lo sapete che un giorno Noè prese una colomba e la fece volare sperando che tornasse da chissà dove con qualche avvisaglia di terra liberata dalle acque. E un giorno tornò con un ramo d’ulivo.

Ecco, noi dovremo essere come quelli che sulla tolda della nave scrutano l’arrivo della colomba; che non elevano lamentele su questo ruzzolare del mondo verso la catastrofe. No, non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Ma lo sapete meglio di me: il mondo è andato sempre così forse anche peggio. Il mondo è stato sempre un po’ triste!

Però ha avuto sempre anche i profeti, i cantori della speranza, ed il nostro compito di credenti, oggi, non è di macerarci negli eventi della perversità del mondo ma di salire sulla tolda per scrutare l’arrivo della colomba, per scorgere nel firmamento questo allargarsi dell’arcobaleno.

Sul grande schermo

IL VIAGGIO DI YAO

Partire può diventare l’occasione per conoscere a fondo la varietà del mondo in cui viviamo e per venire a contatto con diverse culture, perché si ha sempre qualcosa da imparare e di cui arricchire il nostro bagaglio…

ELLA E JOHN

Partire per l’ultimo viaggio per ritrovarsi… ritrovare l’amore che resiste nonostante crepe e difetti e rende liberi e uniti anche di fronte alla malattia.