II Domenica di Quaresima – Spunti per la riflessione

II Domenica di Quaresima – Spunti per la riflessione

Vangelo di Marco 9, 2-10

“Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”

TAPPA: Al sicuro!
SIMBOLO: Salvagente

Speranza è… AIUTARE

Sostiamo sul Vangelo con don Claudio Girardi

SANNO SOLO CHE È BELLO

Cosa capita a questi nostri tre fratelli nella fede? Quello che capita a tutti coloro che sono inviati agli uomini da parte di Dio. Prima di camminare, devono sedersi. Prima di parlare, devono ascoltare. Prima di scrivere, devono leggere. Per essere apostoli efficaci, devono essere discepoli attenti. A questi tre ne capitano di tutti i colori! Tante esperienze forti, esperienze straordinarie nella vita quotidiana, accanto al loro Maestro, al loro Signore.

Gesù ama le maniere forti con i suoi! Non risparmia nulla a loro, come non risparmia nulla a sé stesso.

Con l’immenso, solido amore di una mamma, che conosce la fatica della strada che sta proponendo ai figli che ama. La conosce perché cammina con loro, anzi, un passo davanti a loro. Non fornisce il “bignamino”.

Li attira nella profondità della sua esperienza oscura e luminosa di Salvatore e Amico degli uomini. Insegna, tramite l’esperienza, che lui stesso compie e in quella che propone e per come la propone. Li conduce nella profondità più intima e reale della sua vita di Figlio. Non esiste una vita spirituale “in teoria”. Non esiste il libretto delle istruzioni.

Esiste una “pratica” faticosa che è l’unica scuola dei discepoli di Vita, di coloro che vogliono vivere.

[…]

Quali sono le esperienze di questi tre discepoli?

  1. Quei tre partecipano al miracolo della resurrezione della bambina, il padre della quale aveva pregato il Maestro perché la guarisse.
  2. Quei tre seguono Gesù nell’Orto degli Ulivi
  3. Condividono anche la Trasfigurazione, questo momento estremo di intimità di Gesù, il Figlio, non solo con il Padre suo ma anche con la storia del popolo che Dio ha scelto. Intimità spirituale con Dio Padre ma anche con Mosè (la legge di Israele), con Elia (la profezia e la libertà di Israele dagli idoli).

L’esperienza della Trasfigurazione sarà un sigillo di luce sulla vicenda terrena di Gesù, che quei tre potranno testimoniare, davanti a tutti gli uomini.

“E’ bello per noi stare qui”. Non dicono è “giusto” che noi stiamo qui. Non dicono nemmeno è “logico” per noi star qui. Nemmeno è “pio”, è “devoto”, è “religiosamente motivato” star qui. Non è “psicologicamente rigenerante”. Non è “promuovente dal punto di vista sociale” star qui. Sanno solo che è bello. E’ immediatamente comprensibile, anche se non lo posso spiegare. E’ bello. E’ prima della ragione, ma non è irragionevole. Una cosa bella non ha bisogno di essere analizzata, di essere compresa razionalmente per essere apprezzata. Basta che sia guardata. Vista con gli occhi (noi guardiamo tutto con la testa, col cervello!). Basta che sia accolta. Basta starci dentro liberamente e per amore, fino ai capelli.

Così è l’esperienza di fede per le nostre vite? Di fronte a quel “Bello” che vediamo , che ascoltiamo, che mangiamo, ci accorgiamo che le nostre vite frantumate e spezzettate ridiventano compatte, solide (attenzione, non rigide! Solide). La scena di luce che stiamo vedendo non tocca solo i nostri occhi. Tocca i nostri cuori feriti e doloranti. Tocca le nostre vite fragili. Tocca le nostre scelte discutibili. Quella Luce Bella lava, ristabilisce, pulisce. Unifica. La bellezza è una esperienza sana, sanante. E’ una esperienza di guarigione profonda. Gesù non sceglie i più intelligenti tra i dodici per questo straordinario incontro con Dio, con la Legge, con i Profeti. Sceglie forse i più poveri. Senz’altro sceglie i più disponibili, i più accoglienti, quelli che erano più “attraversabili” da qualcosa che era semplicemente…”proprio bello”. E’ bello per noi stare qui. La debolezza trova forza. La fragilità trova consistenza. E’ questo che imparano i discepoli. E’ questo quello che annunciano gli apostoli. La presenza della luce di Dio nella carne del Figlio dell’Uomo.

(Con gli occhi fissi su Gesù – pp. 502-504)

Video riflessione

con don Luigi Maria Epicoco

Con una sola voce…

IL CANTO DELL’AMORE

Preghiamo

Sul grande schermo

THE HELP

La solidarietà femminile può diventare forza e donare il coraggio di reagire e ribellarsi all’ingiustizia di un “sistema”… perché la storia si può cambiare giorno dopo giorno… anche dalle “retrovie”!

IL LATO POSITIVO

La solidarietà nella reciproca fragilità può aiutare a risollevarsi e a vedere oltre i propri limiti, per quanto questi possano essere gravi e invalidanti… e piano piano “vedremo spuntare il sole dalle nuvole”.