IV Domenica di Quaresima – Spunti per la riflessione

IV Domenica di Quaresima – Spunti per la riflessione

Vangelo di Giovanni 3, 14-21

“Dio ha mandato il Figlio nel mondo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato”

TAPPA: Condividere il viaggio!
SIMBOLO: Scialuppa

Speranza è… FIDUCIA

Sostiamo sul Vangelo con don Claudio Girardi

LA SVOLTA DELLA VITA PASSA PER UNO SGUARDO

Cosa vuol dire “essere salvati”? È un problema per noi che siamo cresciuti nell’humus della fede… Niente di grave sulla coscienza, non salti mortali nelle opere di fede… una cosa giusta insomma. Non abbiamo fatto l’esperienza di “esserci persi”, di andare a fondo… o forse sì? Uso proprio questa immagine per dire che cos’ha fatto Gesù per noi…

Immagina di essere in barca, non sai nuotare. Un’onda forte. E cadi in acqua. Vai a fondo. Provi a sbracciarti, a gridare, ma fai peggio, entra acqua. Allora capisci che non c’è più niente da fare e ti lasci andare. Vai a fondo. Proprio in quel momento uno sconosciuto ti butta un salvagente. Ma non sei in grado di afferrarlo. E vai sempre più giù, sempre più a fondo. Hai rinunciato a vivere. Allora lo sconosciuto si butta. Scende in fondo con te. Ti afferra e ti riporta a riva. Che gioia, che respiro di sollievo! Ricominci a vivere! Vita nuova! E quello sconosciuto diventerà per te caro come tuo padre e tua madre. E quando lo vedrai non potrai far altro se non ricordare e benedire quel momento in cui Lui ti ha ridato la vita…e se non lo rivedessi mai più in vita la tua gratitudine resterebbe eterna.

Noi viviamo effettivamente questo, quando veniamo battezzati, quando riceviamo il perdono di Dio.

Pensa a cosa succede nel momento del peccato.

Quale volto di te si rivela a te stesso e agli altri…appunto, il fondo.

Perché il peccato è “il fondo”? Perché significa rifiutare il Bene, la Gioia, la Pace, per cose da nulla. In ogni peccato, grande o piccolo, vissuto e consumato fino in fondo o trattenuto nel segreto del cuore, tenuto dentro di sé a mangiarci o a roderci il fegato, c’è il no dell’uomo a Dio. Noi cristiani crediamo che il Cristo, innalzato sulla croce ha detto un sì più forte di tutti i no. Un sì che viene da un cuore di uomo, ma che ha l’onnipotenza del sì creatore di Dio.

Troppi cristiani sono sicuri di essere preservati in grazia, mentre gli altri sono i “poveri peccatori”: non c’è di peggio. Troppi non comprendono la tragedia che c’è nel peccato: la distruzione della tua libertà, della tua somiglianza con il Figlio di Dio, il no alla sua chiamata d’amore. Troppi vivono serenamente lontani dal perdono di Dio, pur avendo sulla coscienza odi, rancori. Troppi vivono in una pacifica mediocrità.

Troppi non comprendono la vita di fede come un legame personale di amicizia con Gesù.

Troppi non comprendono che senza Gesù innalzato nel deserto del peccato e del male noi non sappiamo niente; niente di Dio, niente di noi stessi. Troppi non comprendono che la svolta reale della vita passa per uno sguardo Lui, innalzato sulla croce.

Fratelli e sorelle, noi siamo di fronte al giudizio della croce. Sulla croce siamo stati giudicati meritevoli di un amore eterno, meritevoli di perdono e misericordia. A te spetta di accoglierlo nella tua vita.

“Mi chiamate il Redentore, e non vi fate redimere. Mi chiamate la Via, e non mi percorrete. Mi chiamate il Maestro, e non mi seguite. Mi chiamate il Signore, e non mi servite. Mi chiamate le Luce, e non mi credete. Mi chiamate la Vita, e non mi desiderate. Mi chiamate la Sapienza, e non mi interrogate. Mi chiamate l’Onnipotente, e non vi fidate di me. Se un giorno non vi riconosco, non meravigliatevi…”

La nostra vita di fede è fatta di uno sguardo in su e uno sguardo in giù. Uno sguardo in su, al crocifisso per amore. Uno sguardo di fede. Uno sguardo di amore. Uno sguardo di dolore.

E poi uno sguardo in giù. A tutti i crocifissi e le crocifisse che vivono vicino a te. E riconoscendo sul loro volto il volto del crocifisso, incomincia ad amarli.

(Con gli occhi fissi su Gesù – pp. 47-49)

Video riflessione

con padre Cesare Falletti – Fondatore Monastero “Dominus Tecum” di Pra d’Mill

Con una sola voce…

STAI CON ME (RNS)

Preghiamo

Tu mi tieni interamente nella tua mano, Padre del cielo.

Questa mano è così grande, così vigorosa che potrebbe schiacciare la piccola creatura che io

sono, ma la tua mano è una mano paterna, che protegge gelosamente quelli che ha creato.

Sono poca cosa nel cavo della tua mano, ma sono munito della tua potenza divina, avvolto da

una immensa bontà.

Che cosa diverrei se fossi abbandonato in mezzo a un uni-verso sconosciuto, lanciato alla

deriva tra i flutti di un'esistenza cosparsa di imprevisti?

Avrei tutto da temere, e l'avvenire sarebbe pieno di minacce, di sgradite sorprese, di una

fatalità inesorabilmente capricciosa: sarei lo zimbello degli eventi.

Ma nella tua mano, la mia vita riposa fiduciosa.

Quale sor-presa o quale fatalità potrebbe prevalere contro la tua mano?

Nulla può accadermi, che non sia dato da questa mano.

è la mano di un Padre che ama follemente suo figlio e che può prodigargli soltanto del bene.

Mi lascio dunque portare dalla tua mano patema, ovunque mi condurrà.

Che gioia e che sicurezza affidarmi semplicemente alla tua mano sempre fedele, vivere,

soffrire, morire in essa, per rimanervi in eterno!

(padre Jean Galot, sj)

Sul grande schermo

STORIA DI UN MATRIMONIO

Avere fiducia nell’ altro non è una cosa scontata, anche tra due persone che si amano. La fiducia non va solo pensata ma dimostrata con i propri gesti.

LE ALI DELLA LIBERTÀ

A volte la vita riserva “sorprese” inaspettate e non tutto va come programmato. Non perdere la speranza e non arrendersi è l’unico modo per non perdere noi stessi.